Uragano Milton: cosa è successo
L’uragano Milton si è abbattuto sulla costa occidentale della Florida nella serata del 9 ottobre 2024, prima di continuare il suo viaggio distruttivo nelle zone interne del paese. L’uragano, tra i più forti mai verificati, ha toccato terra come tempesta di categoria 3 (su 5), rendendosi molto pericoloso nel corso della sua attività per via del contatto con le calde acque del Golfo del Messico, che lo hanno rinvigorito fino a fargli raggiungere per ben due volte lo status di categoria 5.
Per via della buona organizzazione e prevenzione da parte delle autorità, attualmente il numero di vittime appare limitato se confrontato con gli altri grandi uragani del passato, nonostante la sua furia impetuosa più che degna di nota.
Uragano: cos’è e perché si forma
Gli uragani sono degli eventi meteorologici che si originano sulle acque tropicali o subtropicali e che producono venti e precipitazioni molto intense, con tutte le conseguenze atmosferiche ad esse derivate.
Principalmente un uragano è un grande sistema di nuvole e vento in forte movimento, tipicamente rotatorio. Un uragano nasce su acque calde, dove l’acqua in evaporazione tende a salire verso l’alto e, lasciando alle sue spalle un vuoto che viene rapidamente riempito da aria più fredda, tende a condensarsi e a formare delle nuvole. Nel contesto di questo motore d’aria calda verticale è facile comprendere la natura della nascita dei venti che di fatto fanno parte dell’uragano.
Condizioni per la formazione di un uragano
Affinché un uragano si formi, c’è bisogno di particolari condizioni ambientali che ne inneschino la nascita, salvo chiaramente casi eccezionali e più rari. Tra le principali condizioni per la formazione di uragani ci sono l’alta temperatura dell’acqua e la latitudine. Analizziamole entrambe con ordine.
Ricordando che gli uragani nascono sull’acqua e non sulla terra, per favorirne la nascita la temperatura superficiale dell’acqua deve raggiungere almeno i 26 °C circa. Gli uragani, infatti, funzionano nella fattispecie come dei giganteschi motori d’aria verticali che sostanzialmente hanno come carburante l’aria caldo-umida: più acqua calda ci sarà in superficie, quindi, e più energia avrà l’uragano per continuare la sua attività.
Di fondamentale importanza è anche la latitudine: non è un caso, infatti, che la quasi totalità degli uragani si formi tra i 10 e i 30 gradi di latitudine. Il motivo di questa localizzazione geografica risiede in una forza che interessa venti e masse d’aria a causa della rotazione terrestre, la forza di Coriolis. È grazie ad essa se i venti all’interno dell’uragano si mettono in rotazione e la mantengono nel tempo. Non sono quindi praticamente osservati uragani a latitudini inferiori ai 10 gradi per via della debolezza della forza di Coriolis, che si annulla all’equatore e diventa massima ai poli.
Per questi e per un’altra serie di motivi, gli uragani tendono a manifestarsi nella loro forma più violenta sempre più o meno nelle stesse zone del globo, che garantiscono le condizioni iniziali adatte alla formazione di questi eventi catastrofici. Resta chiaro, ad ogni modo, che gli effetti del cambiamento climatico sono reali e l’ambiente si adatta di conseguenza, con fenomeni simili che nel tempo rischiano di diventare sempre più frequenti e di verificarsi in zone del pianeta mai intaccate da essi.
Lo sapevi che…
L’Italia, nella zona del mediterraneo, si trova in una zona generalmente sfavorevole alla formazione di uragani e fenomeni tempestosi così violenti, nonostante ci siano stati casi nella storia di cicloni così forti da rientrare nello status di uragano di categoria 1.
a cura di Nicola Salvemini