L’European Space Agency ha annunciato di aver rilevato la presenza di un’enorme quantità d’acqua sotto l’equatore di Marte: una riserva di ghiaccio in grado, se sciolta, di coprire l’intero Pianeta Rosso con uno strato d’acqua profondo fino a 2,7 metri.
Un deposito misterioso
Già negli scorsi anni il sistema radar a bordo del Mars Express dell’ESA, navicella spaziale impegnata nelle osservazioni scientifiche attorno a Marte da 20 anni, identificò nelle Medusae Fossae (MFF), una regione geologica che si estende per migliaia di chilometri lungo l’equatore del Pianeta Rosso, la presenza di enormi depositi fino ad una profondità di 2,5 chilometri. Gli studi precedenti avevano inoltre evidenziato come questi depositi si presentavano relativamente trasparenti ai radar e caratterizzati da una bassa densità, entrambe caratteristiche proprie dei depositi di ghiaccio. Tuttavia, fino a questo momento, la loro composizione non appariva davvero chiara: gli scienziati, infatti, non erano stati in grado di escludere un’altra ipotesi riguardo la loro origine, in quanto si sarebbe potuto trattare di giganteschi accumuli di cenere vulcanica, sedimenti o polvere trasporta dal vento. Le incertezze relative alla composizione di questi depositi sono state definitivamente risolte da un nuovo studio che ha visto anche la partecipazione di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
L’annuncio dell’ESA
Grazie all’utilizzo di dati più recenti provenienti dal radar MARSIS di Mars Express si è scoperto che i depositi sono in realtà molto più spessi di quanto misurato in precedenza e arrivano ad una profondità di ben 3,7 chilometri. Non solo, i nuovi dati evidenziano come, data la profondità del deposito, non è fisicamente possibile che si tratti soltanto di un ammasso di polvere. Il radar, infatti, suggerisce la presenza di strati di polvere e ghiaccio, ricoperti da una crosta protettiva di polvere secca e cenere spessa centinaia di metri. I ricercatori affermano che, se sciolto, il ghiaccio contenuto nella MFF sarebbe in grado di coprire l’intero Pianeta Rosso con uno strato d’acqua profondo fino a 2,7 metri: si tratterebbe di un’enorme riserva di ghiaccio, la più grande quantità di acqua mai trovata in questa zona del Pianeta Rosso.
Uno sguardo al futuro
La scoperta di depositi d’acqua sul Pianeta Rosso è fondamentale anche in vista delle future missioni esplorative: le missioni con equipaggio infatti dovranno atterrare nei pressi dell’equatore e sarà richiesta come risorsa proprio l’acqua. In questo specifico caso, il deposito del MFF è ricoperto da centinaia di metri di polvere e l’accesso all’acqua risulterà difficoltoso anche per i prossimi decenni. Tuttavia, la scoperta di depositi e lo studio dei segni che l’acqua ha lasciato nel tempo sulla superficie del pianeta rappresentano dei passaggi fondamentali per comprendere al meglio dove scorreva l’acqua in passato e dove può essere ancora cercata oggi.
Il contributo italiano alla missione
C’è un contributo tutto italiano all’interno della missione che ha portato alla nuova scoperta su Marte: lo strumento radar MARSIS a bordo della sonda è stato realizzato da Thales Alenia Space (una joint venture fra Thales e Leonardo) che nasce nello stabilimento di Leonardo a Campi Bisenzio, in Toscana.
a cura di Giada Cacciapaglia
crediti immagine: ESA