6 curiosità su Galileo Galilei che (forse) non conosci

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Il 15 febbraio del 1564 nasceva Galileo Galilei. Astronomo, fisico, matematico, filosofo e letterato italiano: alla sua figura, complessa ma senza dubbio geniale, è spesso associata la nascita della scienza moderna e l’invenzione del metodo scientifico sperimentale. Ma chi era davvero Galileo? Scopriamo insieme 6 incredibili curiosità su uno degli scienziati più importanti di tutti i tempi.

 

L’invenzione del cannocchiale

Iniziamo da una delle invenzioni che viene più comunemente associata alla sua figura: non tutti sanno, infatti, che Galileo Galilei non fu l’inventore del cannocchiale. Le origini di questo strumento in realtà sono da individuare nell’opera di artefici e occhialai fiamminghi che costruirono dei primi rudimentali prototipi, successivamente perfezionati dagli studi di Galileo, il quale lavorò per aumentarne le prestazioni e le capacità di ingrandimento, trasformandoli in formidabili strumenti per l’indagine astronomica. 

Gli anagrammi anti-plagio

Ai tempi di Galileo, l’assenza di una vera e propria comunità scientifica organizzata e di riviste specializzate, faceva sì che i risultati venissero comunicati tramite lettere occasionali o attraverso monografie, spesso costose e di difficile accesso. Questo sistema non offriva alcun tipo di garanzia agli autori i quali, affinché nessuno prendesse ingiustamente i loro meriti, comunicavano le scoperte più importanti tramite anagrammi o pseudoanagrammi. 

Il 30 luglio del 1916, dopo aver compiuto una lunga serie di osservazioni di Saturno con il suo telescopio, Galileo inviò un anagramma al giovane Keplero, suo grande ammiratore, che cercò di decifrarlo trovando come soluzione “Salve doppia sporgente prole di Marte”, intuendo dunque che lo scienziato avesse scoperto i due satelliti di Marte. In realtà, il vero significato dell’anagramma era “ho osservato il pianeta più alto, cioè Saturno, essere trigemino”: Galileo, infatti, osservando Saturno, aveva notato due rigonfiamenti che lo avevano indotto a pensare che fosse formato da tre corpi, anche se oggi sappiamo bene che si tratta più propriamente di anelli. Senza dubbio, l’aspetto più divertente dell’intera vicenda è quello per cui Keplero fu in grado di anticipare, per un errore di interpretazione, la scoperta dei due satelliti di Marte, che avvenne soltanto a fine ‘800.

L’amore per il cibo e il buon vino

Galileo Galilei fu un profondo conoscitore e amante del vino, che descriveva spesso come “la luce del sole tenuta insieme dall’acqua”. Ma non solo, lo scienziato era anche amante della buona tavola. 

Dalle testimonianze raccolte sotto forma di lettere, si evince come i giovani studenti che frequentavano la casa dello scienziato erano estasiati non solo dai suoi insegnamenti, ma anche dai cibi e dalle bevande che venivano loro offerti. Galileo, infatti, non solo si dedicava personalmente alla produzione di diversi tipi di cibo, ma si faceva spedire da ogni angolo d’Italia le specialità più pregiate: mortadelle da Bologna, formaggi e prosciutti dal Casentino e vino di Montepulciano. Anche Virginia, figlia naturale di Galileo e diventata monaca con il nome di Suor Maria Celeste, era solita accompagnare le sue missive al padre da piccoli doni come dolciumi, cedri canditi e cantucci. 

Problemi di debiti

Lo scienziato si trovò in difficoltà economiche in varie fasi della sua vita. Quando suo padre Vincenzo morì, Galileo dovette occuparsi delle spese di tutta la famiglia: nello specifico dovette provvedere alla dote delle sue sorelle, contraendo dei debiti. Più tardi, le sue responsabilità economiche aumentarono con l’arrivo dei figli: ebbe tre bambini fuori dal matrimonio con Marina Gamba, una donna veneziana. Il figlio maschio, Vincenzo, rimase a carico di Galileo per tutta la vita, mentre le due figlie, Virginia e Livia, furono destinate al convento e condussero una vita monastica.

L’oroscopo

Galileo, come molti dei suoi contemporanei, non disdegnò l’utilizzo degli oroscopi, specialmente durante la sua giovinezza. Egli elaborava oroscopi per scopi personali, per accademici e persino su richiesta di potenti mecenati: questa attività, infatti, era molto remunerata ed estremamente richiesta, ma soprattutto permetteva di ricavare facilmente il denaro di cui aveva bisogno.

La reliquia del dito medio

Circa 100 anni dopo la morte di Galileo, i suoi resti furono spostati dal luogo di sepoltura al sepolcro monumentale fatto erigere nella Basilica di Santa Croce. In quella occasione, dai resti mortali fu prelevato il dito medio del celebre scienziato, oggi conservato in una teca esposta al Museo Galileo di Firenze.

a cura di Giada Cacciapaglia

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