Eruzione vulcanica in Islanda: una fessura da 3.5 chilometri

3' di lettura
condividi su

L’Islanda è ancora una volta protagonista di un’eruzione vulcanica. Dopo settimane di crescente attività sismica, Fagradalsfjal torna ad eruttare.

 

Un’emergenza annunciata

Venerdi 11 novembre 2023. A partire da questo giorno è iniziato lo stato di emergenza indetto dalle autorità islandesi che ha portato all’evacuazione di circa 4000 cittadini di Grindavik. Le frequenti scosse di terremoto e la scoperta di un tunnel di magma a 15 km di profondità hanno allertato gli esperti focalizzando l’attenzione su un’imminente eruzione vulcanica nella penisola di Reykjanes.

Il momento dell’eruzione

Dopo la prima eruzione vulcanica di lunedì 18 dicembre 2023, localizzata a 4 km a Nord di Grindavik, nella penisola di Reykjanes, una lunga crepa nel terreno questa volta ha svegliato la città intorno alle 7 di domenica 14 gennaio 2024. Una nuova eruzione ha spaccato in due il terreno a circa 500 metri di distanza dalle prime abitazioni della città di Grindavik. Il timore, secondo gli esperti, è che sotto l’abitato cittadino scorra un tunnel di magma a circa un chilometro di profondità dalla superficie. L’apertura di una fessura nell’aerea cittadina porterebbe a conseguenze disastrose, considerato soprattutto l’aumento di volume del materiale magmatico in movimento nelle ultime ore.

Il Dipartimento di pubblica sicurezza della polizia islandese ha subito stamattina diramato lo stato di emergenza e i civili sono stati prontamente evacuati dalla città.

È possibile seguire l’eruzione in diretta cliccando QUI.

I vulcani in Islanda

Le origini di questa attività vulcanica sono da rintracciare all’interno della composizione prettamente vulcanica dell’Islanda. Infatti, l’isola è situata sulla dorsale medio atlantica, punto di separazione tra le placche tettoniche del Nordamerica e dell’Eurasia.

La teoria della tettonica delle placche spiega che esistono una decina di placche che, come pezzi di un puzzle, formano lo strato più esterno della Terra, chiamato litosfera.

Le placche litosferiche possono muoversi grazie ai moti convettivi, analoghi a quelli che si verificano nell’acqua di una pentola posta su un fornello acceso. Al di sotto della litosfera sono presenti rocce fuse, che trasmettono il loro calore per convezione. Si creano quindi delle celle convettive in cui la roccia più calda sale, successivamente si raffredda e infine scende nuovamente spostando con sé anche le rigide placche soprastanti.

Ciascuna placca è delimitata da un tipo di margine. Ad esempio, nel caso dell’Islanda si parla di margini divergenti, che corrispondono ad una zona nella quale le placche si allontanano di circa 2 cm ogni anno. Questi movimenti tra le placche possono far risalire in superficie il magma attraverso delle fessure nella
crosta, causando eruzioni vulcaniche.

Le conseguenze

Particolarmente interessato all’attività dell’eruzione vulcanica è l’aeroporto internazionale di Keflavik, distante solamente 20 km a nord dall’area dell’eruzione. Nonostante l’attenzione sia massima, il principale aeroporto internazionale dell’Islanda rimane aperto, garantendo la normale operatività di tutti i voli.

Inoltre, a 4 km da Grindavik si trova l’impianto geotermico di Svartsengi che fornisce elettricità e acqua a 30.000 persone nella penisola. Le autorità hanno già adottato misure di sicurezza attorno all’impianto, che al momento rimane sotto controllo senza essere in pericolo imminente.

 

a cura di Alessia Milano

condividi su