"Copriti sennò ti raffreddi", non è proprio così...
«Copriti sennò ti raffreddi». Ce l’hanno ripetuto ogni volta i familiari prima di uscire di casa ed è arrivato il momento di fare chiarezza. Bisogna assolutamente sfatare questo mito: benché la parola “raffreddore” abbia al suo interno la parola “freddo“, quest’ultimo non è la causa diretta del contagio. Il raffreddore infatti ha origine virale e, “per prenderselo” bisogna necessariamente incontrare il virus.
Potenzialmente potremmo sdraiarci nudi sulla neve per ore e certamente sentire freddo, tanto freddo, ma non contrarre il raffreddore, purché completamente isolati da qualunque sorgente di virus.
Allora perché al freddo ci cola il naso?
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea. Se è vero che il freddo non è la causa diretta del raffreddore, allora come mai ci cola il naso quando siamo esposti alle basse temperature? Si chiama, ad esser precisi “naso dello sciatore” o “rinite indotta dal freddo” e la causa non è il raffreddore ma la fisica che, in questo caso, non ci piace.
All’interno del naso l’aria è calda e umida, cioè piena di vapore acqueo, mentre l’aria esterna, in una tipica giornata invernale è, al contrario, fredda e secca. Automaticamente viene prodotto più muco per umidificare più velocemente l’aria inspirata, proteggendo i nostri polmoni dall’ingresso di aria secca e gelida. Allora, quando espiriamo, il tanto vapore acqueo contenuto nell’aria che espelliamo condensa perché viene a contatto con l’aria fredda esterna. Ecco che si forma acqua vera e propria che, mischiandosi al tanto muco prodotto, dà l’effetto di “naso colante”.
E seppur il freddo non sia la causa del raffreddore, sempre meglio coprirsi, o la seconda legge della termodinamica ci condannerà a tremare per tutta la sera.
A cura di Giuseppe Mansi