Potenza, velocità e precisione: queste sono alcune delle caratteristiche che un bravo tennista deve possedere per competere ad alti livelli. Ma vi siete mai chiesti quanto possa essere fondamentale per un tennista conoscere le leggi fisiche che si celano dietro questo sport? Scopriamolo insieme.
Impatto pallina-racchetta: una “quantità” che si conserva
Nel tennis la pallina viaggia da una parte all’altra del campo venendo continuamente colpita dalle racchette degli atleti. Alla base di questo scambio continuo c’è un principio fisico che prende il nome di conservazione della quantità di moto, secondo il quale la quantità di moto complessiva di due corpi che urtano deve rimanere uguale sia prima che dopo l’urto.
Ma cos’è la quantità di moto di un oggetto? Essa è una grandezza fisica vettoriale, come ad esempio la forza, e viene definita come il prodotto fra la massa dell’oggetto in questione e la sua velocità.
Guardando a come applicare il principio di conservazione della quantità di moto alla nostra situazione tennistica, allora, individuiamo subito i due oggetti urtanti, che sono la pallina e la racchetta (parliamo di racchetta per semplicità ma per correttezza bisogna specificare che la pallina urta non solo con essa, ma con tutto il sistema racchetta, mano, braccio e quindi corpo del tennista, a cui la racchetta è legata).
La pallina e la racchetta hanno una propria quantità di moto e, a seguito dell’urto, la somma complessiva (vettoriale, perché la quantità di moto è grandezza vettoriale) delle due quantità di moto deve essere uguale alla somma delle quantità di moto precedenti all’urto.