La Notte stellata di Van Gogh segue le leggi della fisica dell’atmosfera

3' di lettura
condividi su

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Physics of Fluids, dimostra come le vorticose pennellate che caratterizzano la celebre “Notte stellata” di Van Gogh corrispondano a reali dinamiche turbolente presenti all’interno dell’atmosfera terrestre.

Il cielo di Van Gogh

“La Notte stellata” è senza dubbio uno dei capolavori più noti del pittore olandese Vincent Van Gogh: nell’opera, l’artista raffigura un paesaggio notturno grazie all’utilizzo di evidenti e vigorose pennellate, stese a piccoli tocchi ravvicinati, che conferiscono alle nubi e al cielo un singolare movimento vorticoso. Sogno e realtà si uniscono in una cornice in cui, tuttavia, la protagonista sembra essere proprio l’anima tormentata dell’artista, in cerca di pace in un mondo percepito come caotico e difficile da poter comprendere.

E se i movimenti vorticosi fossero anche una fedele rappresentazione della realtà? È questa la domanda a cui un gruppo di ricercatori, esperti in dinamica dei fluidi, ha tentato di trovare una risposta, esaminando un’immagine digitale ad alta risoluzione dell’opera.

I risultati dello studio

Secondo il team di scienziati, provenienti dalla Francia e dalla Cina, il cielo raffigurato da Van Gogh, oltre a rispecchiare la sua profonda angoscia, nasconde molto altro. Yongxiang Huang, uno degli scienziati coinvolti nella ricerca, sostiene che «una rappresentazione così precisa del movimento dell’aria e della luce in Van Gogh potrebbe derivare dallo studio del movimento delle nuvole e dell’atmosfera o da un innato senso di come catturare il dinamismo del cielo».

Per poter comprendere il possibile legame tra l’opera e le leggi della fisica dell’atmosfera, i ricercatori hanno analizzato con dettaglio i vortici raffigurati nel dipinto, soffermandosi particolarmente sulla dimensione media delle pennellate. Ciascuna pennellata, infatti, è stata considerata come una foglia mossa da un vortice d’aria e, per misurare l’energia cinetica, si è valutata la luminosità dei colori adoperati dall’artista.

Sorprendentemente, le analisi della dimensione media delle pennellate, delle variazioni di luminosità dei colori e della distanza relativa tra i 14 vortici rappresentati risultano in accordo con diverse leggi fisiche, come la teoria della turbolenza di Kolmogorov o la scala di Batchelor, che in fisica descrivono come avviene il trasferimento di energia cinetica dai flussi turbolenti su larga scala a quelli su piccola scala.

L’idea che Van Gogh possa aver percepito e riprodotto un fenomeno naturale complesso non fa altro che rafforzare il legame tra arte e scienza, conferendo ad una delle opere d’arte più importanti di tutti i tempi anche un’interpretazione scientifica.

condividi su